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LOGOPEDIA A CASTEL MAGGIORE

CENTRO TERAPEUTICO MULTIDISCIPLINARE PENSIERI E PAROLE

Un’equipe di logopediste specializzate a Castel Maggiore dal 2011

EQUIPEAMBITI DI INTERVENTO

EQUIPE

giuli stagni logopedista

Giulia Stagni

Logopedista

GLORIA MANTOVANI LOGOPEDISTA

Gloria Mantovani

Logopedista Vocologa Musicoterapeuta

marianna ferraioli logopedista

Marianna Ferraioli

Logopedista 

centro terapeutico pensieri e parole castel maggiore

Federica Amadori

Logopedista 

AMBITI DI INTERVENTO

DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

I disturbi specifici di apprendimento (DSA), sono un gruppo eterogeneo di disordini, caratterizzati dalla non completa automatizzazione dei processi d’apprendimento (lettura, scrittura e abilità matematiche). Tali disturbi si presentano in assenza di deficit cognitivi o sensoriali, in situazioni di in normale percorso di scolarizzazione, interessano in maniera selettiva e specifica le abilità di lettura, scrittura, grafia e calcolo (isolatamente o in combinazione tra loro) e sono presenti fin dai primi momenti di apprendimenti, persistendo nel tempo.

Tali disturbi si classificano in:

  • dislessia evolutiva: disturbo specifico dell’apprendimento della lettura, nel processo di transcodifica suono-segno. Il bambino dislessico può presentare difficoltà nella correttezza della lettura (errori di sostituzione, omissione o di aggiunta di lettere, sillabe, parole;inversioni dell’ordine delle lettere nelle parole); nella velocità di lettura, che risulta lenta e di difficile automatizzazione (lettura stentata); difficoltà nella comprensione del testo scritto, se la velocità di lettura è bassa da compromettere questo parametro;
  • disortografia evolutiva: disturbo specifico dell’apprendimento della scrittura riguardante l’ortografia delle parole, è la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. Il bambino disortografico commetterà numerosi e persistenti errori ortografici;
  • disgrafia: È un disturbo legato al linguaggio scritto e coinvolge le capacità esecutive e grafo-motorie della scrittura. Molto spesso questo deficit è associato alla dislessia o alla disortografia. Un bimbo affetto da tale disturbo ha una scrittura incerta, con forma e dimensioni inadeguate e scostanti delle lettere. Sono da osservare la velocità di scrittura, la tendenza alla macro o micrografia e la direzionalità della scrittura;
  • discalculia evolutiva: è una difficoltà specifica nell’apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.

La diagnosi di dislessia e di disortografia non possono essere formulate prima della II classe elementare, mentre la diagnosi di discalculia e di disgrafia non prima della III classe elementare.

Il logopedista collabora con lo psicologo e il neuropsichiatra infantile per la valutazione al fine di effettuare la diagnosi e successivamente si occupa della riabilitazione specifica delle singole difficoltà.

RITARDI E DISTURBI DEL LINGUAGGIO

I ritardi e i disturbi evolutivi di linguaggio possono presentarsi con un ritardo nella comparsa delle singole parole, alterazione nella produzione dei suoni linguistici o anche difficoltà a livello lessicale, sintattico-grammaticale (la struttura della frase). Tali difficoltà possono manifestarsi sia in comprensione sia in produzione e sono già presenti dalle prime fasi di acquisizione del linguaggio. Possono presentarsi sia in associazione con altre patologie (per esempio deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi o relazionali) sia isolatamente. I ritardi e i disturbi di linguaggio isolati sono una tra le più frequenti difficoltà riscontrate nello sviluppo dei bambini di età compresa tra i 2 ed i 6 anni  (6-8 % dei bambini in età prescolare).

Il ritardo di linguaggio isolato in età evolutiva caratterizza quei bambini cosiddetti “Late bloomers“, ovvero dei bambini parlatori tardivi a 20-24 mesi, in cui il ritardo tendenzialmente può riguardare esclusivamente il linguaggio espressivo (la produzione linguistica) in presenza di una buona comprensione linguistica. Essi tendono a recuperare in un anno il ritardo rispetto alla norma (ritardo che, a volte, può essere anche considerevole). Altri invece “late talkers” mantengono difficoltà linguistiche oltre i 36 mesi e si evolvono in bambini con disturbo del linguaggio.


Il disturbo specifico del linguaggio (conosciuto con la sigla DSL) viene considerato “specifico” in quanto non è collegato o causato da altri disturbi evolutivi del bambino, come ad esempio problemi neurologici, ritardo mentale o perdita dell’udito, ma si presenta con una compromissione specifica dell’abilità di linguaggio che persiste oltre i 3 anni di età. Le difficoltà linguistiche possono riguardare la comprensione, la produzione (linguaggio espressivo) e/o la pronuncia dei singoli suoni della lingua. Nella classificazione dell’ICD 10 (International Classification of Diseases- redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) le principali manifestazioni vengono suddivise in: disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio, disturbo del linguaggio espressivo, disturbo della comprensione del linguaggio.

DEGLUTIZIONE DISFUNZIONALE

SQUILIBRI ORO-BUCCO-FACCIALI

DISTURBI DELLA VOCE

BALBUZIE E DISFLUENZE

La balbuzie rientra nelle difficoltà della fluenza del linguaggio.

Un eloquio fluente è generalmente libero da interruzioni, blocchi, e ripetizioni o frammentazioni di parole, mentre la disfluenza è un’interruzione nel naturale scorrere del linguaggio. Per tutti i parlanti, un limitato grado di disfluenza è normale. Per esempio, si possono inserire brevi suoni o parole, come “ehm”, “cioè”, o “quindi”, mentre si parla e questo rientra nella normalità. Le disfluenze appaiono per lo più spontaneamente e il parlante non sembra accorgersi di alcuna difficoltà. Per i bambini piccoli, la disfluenza è parte del normale sviluppo del linguaggio, specialmente in età prescolare (tra i 2 e i 5 anni).

Ma queste disfluenze non sono balbuzie. Il parlare balbettato è solitamente caratterizzato da un eccessivo grado di disfluenze,e queste appaiono spesso molto più gravose ed il ritmo delle ripetizioni o delle parole può divenire brusco e irregolare.
Si possono inoltre sviluppare tutta una serie di reazioni fisiche, compresa la tensione dei muscoli coinvolti (per es. lingua, mascelle, labbra, petto) e non coinvolti nel linguaggio (per es. spalle, arti, fronte); ma anche reazioni emotive ed idee negative sulla loro balbuzie, come vergogna, senso di colpa, e frustrazione che diventano dannose per il processo comunicativo, ed in generale per la vita del soggetto.

Il trattamento di questi disturbi è seguito sia da un punto di vista logopedico, che psicoterapico in caso di necessità

AFASIA

L’Afasia è un disturbo del linguaggio. Chi è colpito da afasia ha difficoltà a esprimersi e a comprendere il linguaggio parlato, a leggere, a scrivere e a fare calcoli.
L’afasia è la conseguenza di un danno cerebrale, il più spesso di origine vascolare (ictus), ma in altri casi può essere dovuta ad un trauma o ad un tumore cerebrale.
L’afasia può essere principalmente: Fluente con difficoltà nella comprensione verbale, Non Fluente con difficoltà nella produzione verbale e Globale, con difficoltà in entrambe le competenze.

Le persone colpite da afasia possono quindi avere difficoltà nello svolgere attività che prima do diventare afasici eseguivano con facilità, quali ad esempio: seguire una conversazione, specie se si svolge con più persone o in ambiente rumoroso, leggere libri, giornali, riviste e segnali stradali, capire la televisione o la radio, telefonare, fare calcoli, ricordare un numero o maneggiare soldi, pronunciare il proprio nome o quello dei familiari.

Le persone afasiche hanno quindi disturbi del linguaggio, ma non sono per questo affetti da disturbi psichici. L’afasia può associarsi a disturbi del parlato, come la disartria o l’aprassia, anch’essi conseguenti a lesioni cerebrali.

Il trattamente precoce ed intensivo è fondamentale per il recupero del paziente; così come la comprensione da parte dei familiari e del car-giver dell’adeguata modalità di comunicazione da utilizzare con la persona malata.

DISFAGIA

La disfagia è un disturbo della deglutizione caratterizzato dalla difficoltà nel passaggio di alimenti solidi e/o liquidi dalla cavità orale allo stomaco e che rende quindi problematico, o addirittura impossibile, attuare un’alimentazione orale che sia al tempo stesso autonoma e sicura.

E’ un problema che può riguardare tutte le età, ma in particolar modo  gli adulti (in caso di Ictus, Tumori, Traumi Cranici..) Le cause possono essere di natura: strutturale, infettiva, iatrogena, miopatica e metabolica.

I sintomi più importanti che rileviamo sono: la durata eccessiva dei pasti, il senso di corpo estraneo dopo i pasti, il reflusso nasale e/o reflusso gastroesofageo, la tosse riflessa, l’aumento delle secrezioni e difficoltà nel gestirle, la voce gorgogliante, la raucedine, tosse o starnuti dopo il pasto, la perdita di peso non volontaria, gli schiarimenti di voce frequenti e le alterazioni della mimica facciale.

Le modalità di trattamento della disfagia varia a seconda delle cause ed è importante affrontarla a partire da una corretta diagnosi foniatrica e/o neurologica, seguita da un’adeguata terapia farmacologica e/o logopedica che vada a potenziare e compensare il deficit del paziente.

MALATTIE DEGENERATIVE

Si intende con malattie neurodegenerative un insieme di malattie del sistema nervoso centrale, accomunate da un processo cronico e selettivo di morte cellulare dei neuroni.

A seconda del tipo di malattia, il deterioramento neuronale può comportare deficit cognitivi, demenza, alterazioni motorie, disturbi comportamentali e psicologici.

Tra le più note malattie neurodegenerative ci sono:
la malattia di Alzheimer;
la malattia di Parkinson;
la malattia di Huntington;
la sclerosi laterale amiotrofica (SLA);
la paralisi sopranucleare progressiva;
la demenza frontotemporale;
la demenza da corpi di Lewy;
la Malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ)
la Malattia di Gerstmann-Sträussler-Scheinker (GSS).

In caso di difficoltà di linguaggio è importante intervenire precocemente per trovare le adeguate modalità compensative e le strategie da mettere in atto per mantenere la comunicazione il più efficace possibile, anche in relazione alle diverse fasi della malattia.

logopedista a castel maggiore
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